OPERE SU ANNIBALE CARO
[ Ultimo aggiornamento Giovedì 3-12-2009 23:37 ]
Documentazione tratta dalla tesi del master in Comunicazione e valorizzazione del patrimonio letterario, documentario e vocale discussa all'Universtà degli Studi di Macerata il 28 aprile 2006 da Monica Tramannoni: il criterio cronologico adottato permette la promozione e la conoscenza bibliografica e catalografica completa delle opere di Annibale Caro.
Opere conservate presso la Biblioteca Comunale "Silvio Zavatti" di Civitanova Marche:
Eneide di Virgilio. Libro II nelle versioni di Annibal Caro e Giacomo Leopardi; con un saggio di Alfredo Giuliani e immagini di Enzo Brunori, a cura di Goffredo Binni, Carima, Macerata, 1992.
Descrizione fisica: 141 pp. 31 cm. 1 acquaforte 30 x 24 cm stampata dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma sotto la guida del Prof. Duilio Rossoni su carta Graphia Sicars; ed. in 100 esemplari numerati.
Collocazione: Corr 871 Virg01 (ex Corr I/1 bis 4) - (vedi più avanti la sovracopertina e la scheda analitica)
Documento presente nell’ Archivio Storico Comunale di Civitanova Marche:
Documenti presenti nell’ Archivio Storico Arcivescovile di Fermo:
Documenti presenti nell’ Archivio Storico Comunale di Montegranaro:
Atti notarili presenti nell’Archivio di Stato di Macerata:
Corona della morte di Annibal Caro
Poesia e musica per un letterato marchigiano del Cinquecento (Venezia 1568)
A cura di Lucia Fava - Associazione Marchigiana per la Ricerca e la Valorizzazione delle Fonti Musicali Onlus
Collezione Musicale Marchigiana
pp. 128 - Ut Orpheus Edizioni - Bologna 2001
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Annibal Caro: le Lettere Familiari e le Traduzioni Patristiche
Civitanova. Immagini e Storie n. 5 Centro Studi Città di Civitanova Marche - Settore Storia Locale
A cura di Stanislao Tamburri - con scritti di Tiziana Temperini, Tiziana Monaco e Stanislao Tamburri
Comune di Civitanova Marche - Maggio 1997 - pp. 115
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ENEIDE LIBRO SECONDO
Virgilio - nelle versioni di Annibal Caro e Giacomo Leopardi
Con un saggio di Alfredo Giuliani - immagini di Enzo Brunori - a cura di Goffredo Binni
Proprietà letterarria ed artistica della Banca Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata spa
pp. 146 - Federico Motta Editore S.p.A. - Milano - ottobre 1992
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Caro...
di Carla Mascaretti e Monica Tramannoni con illustrazioni di Iryna Ban
pp. 31 - Edizioni Simple - Macerata - 2006
ISBN 88-89177-67-5 - Prezzo € 5,90
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ANNIBAL CARO
Vita ed opere di un protagonista della cultura del XVI secolo
di Giulietta Bascioni Brattini con la prefazione di Maria Grazia Capulli
Terza edizione stampata con il contributo della Banca delle Marche Spa
pp. 127 - Giugno 2007
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GENEALOGIA DELLA FAMIGLIA DEL CONCITTADINO ANNIBAL CARO
di Franco Concetti
Con la Presentazione dell'ex Sindaco di Civitanova Marche, dott. Erminio Marinelli,
e di Giulietta Bascioni, già Presidente del Consiglio della Biblioteca Comunale di Civitanova Marche.
pp. 98 - Tipografia Civitanovese - Marzo 1998
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colorinversi
Poesie di Carla Mascaretti e Elena Maltempi - Illustrazioni di Maria Teresa Eleuteri
Con scritti di Annibal Caro.
pp. 63 - Capodarco Fermano Edizioni - Capodarco di Fermo - Settembre 2006
ISBN 88-901954-3-6 - Prezzo € 10,00
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Omaggio a Sergio Cartechini
Poesie di Carla Mascaretti, Daniela Monachesi, Monia Ciminari, Novella Torregiani
Illustrazioni di Sergio Cartechini - Con scritti di Annibal Caro.
pp. 63 - Capodarco Fermano edizioni - Capodarco di Fermo - NovemBre 2006
ISBN 88-901954-5-2 - Prezzo € 10,00
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Il Progetto Documentari, ideato e promosso da ARTEsetTIMA, nasce dall'esigenza di avere e di lasciare testimonianze su supporto filmato di personaggi marchigiani che hanno avuto un'importanza rilevante in diversi campi che vanno dall'Arte Figurativa alla Storia, dal Diritto all'Economia, dalle Lettere alla Musica, al Teatro, al Lavoro, all'Imprenditoria. Il Progetto, che è l'ideale continuazione del Dizionario Biografico dei Maceratesi che la Provincia di Macerata editò nel 2000 su supporto cartaceo, realizza attraverso il mezzo cinematografico singoli filmati che affrontano in modo complesso e sfaccettato i personaggi di volta in volta presi in esame. I documentari toccano le tappe fondamentali della storia del personaggio descritto. Ciascun protagonista viene inserito nell'epoca in cui è vissuto e nelle problematiche storiche legate ad essa; si insiste in modo particolare sull'aspetto umano, cercando tra le carte e le testimonianze il perché del percorso effettuato e come il personaggio sia arrivato ad essere ciò che è stato tramandato. Con un approccio multimediale si collegano i diversi fili narrativi della storia e lo sviluppo degli avvenimenti. II Progetto prevede, al momento, la produzione di tre documentari: Annibale Caro da Civitanova Marche (1507 - 1566) e i due già editati su Pietro Paolo Floriani da Macerata, ingegnere militare (1585 - 1638) e Giovan Battista Velluti da Corridonia, cantante castrato (1780 - 1861). Il trattamento di personaggi locali, riconosciuti a livello nazionale ed internazionale, offre alle comunità interessate e alle Marche una grande possibilità di diffusione della storia e della cultura del luogo. Si fornisce quindi uno strumento per illustrare all'esterno del territorio interessato, oltre che all'interno, personaggi importanti ma poco approfonditi, veicolato da un mezzo di divulgazione estremamente semplice, rappresentativo e qualitativamente efficace come il Dvd. La conoscenza di personaggi che hanno fatto la storia della Regione e spesso quella internazionale, sarà stimolo alla creazione di maggiore interesse intorno alia personalità presentata nel filmato e di occasioni per comunicare all'esterno la propria cultura, assorbendo così anche il possibile aspetto di promozione del territorio. La produzione del documentario su Annibale Caro si è sviluppata attraverso due anni di preparazione, con ricerche e riprese che hanno visto impegnate circa 40 persone tra componenti della troupe, ricercatori e organizzatori. Il lavoro è partito dall'osservazione ed analisi dei documenti nell'ambito locale marchigiano e si è esteso a quello nazionale ed internazionale, trovando in questi molte sollecitazioni per l'indirizzo generale della sceneggiatura. Le ricerche hanno visto un importante ruolo delia Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata, che ha messo a disposizione moltissimi documenti disponibili, così come la Biblioteca Nazionale di Malta. Abbiamo riscontrato grande interesse ed amore per l'opera di Caro; altri Enti infatti, oltre a quelli istituzionalmente presenti nel Progetto, hanno contribuito alla realizzazione del documentario, come la Soprintendenza ai Beni Architettonici del Lazio ed il Comune di Caprarola, l'Azienda Teatri di Civitanova, la Pinacoteca Marco Moretti e la Famiglia del pittore Arnoldo Ciarrocchi. La raccolta e le riprese del materiale si sono svolte tra Civitanova Marche, Civitanova Alta, Piacenza, Caprarola, Rovigo, Frascati, Macerata, Vicenza, Recanati, Roma, Parma, Montegranaro, Pisa, Fermo, Venezia, Malta. E' stato difficile selezionare il complesso ed articolato materiale che ha prodotto circa 12 ore di girato e 5 ore di back stage, essendo tutta documentazione estremamente interessante che avrebbe portato ad aprire capitoli affascinanti; la scelta, come sempre accade nel contenuto minutaggio finale, ci ha indirizzato a non estendere alcuni episodi, periodi o lavori di Annibale Caro che vengono comunque citati. Non abbiamo però voluto rinunciare all'interessante testimonianza di Romualdo Luzi, che abbiamo inserito nella forma di estemporanea chiacchierata, non essendo più riusciti, per motivi tecnici, a realizzarne l'intervista. Anche in questo percorso produttivo ci hanno accompagnato giornate luminose, così come ci hanno aiutato persone illuminate.
La Produzione
Studi Latini e Italiani - II Anno
di Maria Adele Caponigro
Estratto della rivisita con il saggio sull'analisi transazionale ne "Gli Straccioni" di Annibale Caro.
Università degli Studi « La Sapienza »
Dipartimento di Lingue e Culture d'Italia dalla Latinità all'Età Contemporanea
Herder Editrice e Libreria - Roma - 1988
Le morti dell'«Eneide»
Illustrazioni di Mauro Cicarè
Testo di Virgilio, traduzione di Annibale Caro
Immagini tratte dal n. 10 della rivista, per gentile concessione dall'Editore
L'incendio di Troia
«Caro mio padre, adunque, soggiuns'io, com'è d'uopo, in su le spalle a me ti reca, e mi t'adatta al collo acconciamente; ch'io robusto e forte sono a tal peso; e sia poscia che vuole» |
ch'un sol periglio, una salute sola fia d'ambedue. Seguami Iulo al pari; Creùsa dopo; e voi miei servi, udite quel ch'io diviso. E' de la porta fuori un colle ov'ha di Cerere un antico |
e deserto delùbro, a cui vicino sorge un cipresso...» Ciò detto, con la veste e con la pelle d'un villoso leon m'adeguo il tergo, e il caro peso agli omeri m'impongo (LibroII) |
Laooconte
Dal mezzo in sù fendean coi petti il mare, e s'ergean con le teste orribilmente, cinte di creste sanguinose ed irte. Il resto con gran giri e con grand'archi traean divincolando, e con le code l'acque sferzando sì che lungo tratto si facean suono e spuma e nebbia intorno. Giunti a la riva, coi fieri occhi accesi di vivo foco e d'altro sangue aspersi |
vibràr le lingue, e gittàr fischi orribili. Noi di paura sbigottiti e smorti, chi qua chi là ci disperdemmo, e gli angui s'affilàr drittamente a Laocoonte, e pria di due suoi pargoletti figli le tenerelle membra ambo avvinghiando, sen fero crudo e miserabil pasto. Poscia a lui, ch'a' fanciulli era con l'arme giunto in aiuto s'avventaro e stretto |
'avvinser sì, che le scagliose terga con due spire nel petto e due nel collo gli racchiusero il fiato; e le bocche alte, entro al suo capo fieramente infisse, gli addentarono il teschio. Egli, com'era d'altro sangue, di bava e di veleno le bende e 'l volto asperso, i tristi modi disgroppar con le mani tentava indarno e d'orribil strida il ciel feriva. (LibroII) |
Didone
Tu del sangue di dardano? Non già; ché l'aspre rupi ti produsser di Caucaso, e l'Ircane tigri ti fùr nutrici, a che tacere? Il simular che giova? E che di meglio ne ritrarrei? Forse ch'a' miei lamenti ha mai questo crudel tratto un sospiro o gittata una lagrima, o pur mostrò atto o segno d'amore, o di pietade? |
Di che prima mi dolgo? D che poi? Ah! Che né Giuno ormai, né Giove stesso cura di noi; né con giust'occhi mira più le opere nostre. Ov'è qua giù più fede? E chi più la mantiene? Era costui dianzi nel lito mio naufrago errante, mendico. Io l'ho raccolto, io gli ho ridotti i suoi compagni e i suoi navili insieme, ch'eran morti e dispersi; ed io l'ho messo |
(folle!) a parte con me del regno mio, e di me stessa. Ahi da furor, da foco rapir mi sento! Ora il profeta Apollo, or le sorti di Licia, ora un araldo che dal ciel gli si manda, a gran facende quinci lo chiama.Un gran pensiero han certo di ciò gli Dei; d'un gran travaglio è questo a lor quiete. Or va', che per innanzi più non ti tengo, e più non ti contrasto (LibroII) |
Eurialo e Niso
Me, gridò, me Rutili, occidete. Io son che 'l feci: io son che questa froda ho prima ordito. In me l'armi volgete; ché nulla ha contra a voi questo meschino osato, né potuto. Io lo vi giuro per lo ciel che n'è conscio e per le stelle, per questo tanto di mal solo ha commesso, che troppo amato ha l'infelice amico. Mentre dicea, Volscente il colpo già con gran forza spinto, il bianco petto |
del giovine trafisse. E già morendo Eurialo cadea, di sangue asperso le belle membra, e rovesciato il collo, qual reciso dal vomero languisce purpureo fiore, o di rugiada pregno papavero ch'a terra il capo inchina. In mezzo de lo stuol Niso si scaglia solo a Volscente, colo contra lui pon la sua mira. I cavalier che intorno stavano a sua difesa |
lo tenevano a dietro. Ed ei pur sempre addosso a lui la sua fulminea spada rotava a cerco. E si fe' largo intanto ch'al fin lo giunse, e mentre che gridava cacciogli il ferro nella strozza e spinse. Così non morse, che si vide avanti morto il nimico. Indi da cento lance trafitto, addosso a lui, per cui moriva, gittossi: e sopra lui contento giacque (LibroIX) |
Camilla
In mezzo a tanta occasione ignuda da l'un de' lati infuriando esulta la vergine Camilla; ed or di dardo fulminando, or di lancia, or di secure non mai stanca percuote. E qual Diana di sonora faretra e d'arco aurato gli omeri onusta, ancor che si ritragga, saettando, ferite e morti avventa. D'intorno ha per compagne e per guerriere |
d'archi, di mazze e di bipenni armate, Tulla, Tarpéa, Larìna e altre illustri italiche donzelle, a suo decoro scelte da lei per sue degne ministre ne la pace e ne l'armi. In tal sembianza Termodoonte il bellicoso stuolo de l'Amazzoni sue vide in battaglia attorneggiare Ippolita, o col carro gir di Pentesilèa le schiere aprendo |
con feminei ululati. Or chi fu prima, chi poi, cruda virago, e quali e quanti quei ch'abbattesti, e che di vita spenti mandasti a l'Orco? Eumenio primamente di Clizio il figlio, da costei trafitto fu d'un colpo di lancia in mezzo al petto. Cadde il meschino, e fe' di sangue un rivo, sopra cui voltandosi, e morendo il sanguineo terren, di vita uscìo. (LibroXI) |
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