Annibale e Fabio Caro, Priori della Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo di Montegranaro:
note al testo
[ 1 ]
La data d’accettazione del beneficio, da un elenco dei Priori precedenti reperito nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo risulta essere il 1531 ed in un articolo apparso sulla Voce delle Marche nel 1966 a cura della Ins. Anna Filomeni Bonfigli è individuato nel 1539. In realtà è certo che il Priore Caro entrasse nelle sue funzioni nel 1529 circa, tanto che in una lettera datata 4 maggio 1539 affermava di aver il beneficio di Monte Granaro ormai da dieci anni. Sulla data del 1529 concorda anche il Marchese Filippo Raffaelli, a pagina 25 della sua Prefazione … del 1887.
[ 2 ]
Riguardo all’assegnazione di un titolo di tal genere a soli 22 anni, ricordo l’esistenza di tanti altri casi similari ed anche più estremi; basti per tutti Ranuccio Farnese che nel 1540, ossia quando aveva solo dieci anni, fu creato priore titolare della Prioria di Venezia dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme e quindi mandato a terminare gli studi a Padova… mentre nel 1488 Giulio de' Medici, futuro Clemente VII, anche lui a soli 10 anni, ebbe il priorato di Capua dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, beneficio prestigioso e molto remunerativo.
[ 3 ]
F. Raffaelli, Prefazione…op.cit. pag. 25.
[ 4 ]
F. Brutti, Alla Nobile Donzella Carlotta Tombolini di Monte Granaro, VII lettera, in occasione del matrimonio, Ripatransone 1854. Gli Zeno (o Zen), furono Governatori e Vicari pontifici della Terra di Montegranaro al tempo delle Signorie.
[ 5 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997 e G. Recchi, Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, Civitanova 1879. Giovanni Battista sposò la Civitanovese Alesssandra Micheli e Girolama si unì in matrimonio con Battista Girotti di Morrovalle, commerciante in bestiame.
[ 6 ]
M.L. Papini, Palazzo Capponi a Roma, INAIL - Roma, Autorità per la Vigilanza sui LLPP, Campisano Editore. Eccellente lavoro quello della Papini, da cui si ricavano anche molte notizie sui Gaddi, consultabile solo in rete.
[ 7 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997- pag. 31.
[ 8 ]
http://edit16.iccu.sbn.it/scripts/iccu_ext.dll?fn=40&i=6918&fz=1, Poema Rodulphi Iracinti de Teramo Aprutii de gestis Iulii II pont. max. - [1511?], Iuliades elegiae, Perusiae, per Blanchinum Veronensem, 1513, Rodulphi Aracynthi Farnesiae elegiae, ac virgineum epithalamium, Romae, ex officina Balthasaris Chartularii, 1541 mense Iulio, Iudicium Paridis et elegie par Rodulphum Iracinctum Teramanum. - Anconae : Bernardinus Gueraldus, 1524 Calendis Aprilis.
[ 9 ]
Saputo che dal 1525 il Caro fu precettore in casa Gaddi a Firenze, che in quell’anno era studente a Fermo e che Vescovo di quella città era allora Mons Niccolò Gaddi, nel tentativo di una ricostruzione storica degli eventi e seppur non supportato da dati storici, non si può che ragionevolmente affermare che ci fu un momento d’incontro tra il civitanovese ed il Gaddi. Non concordo nel modo più assoluto con quanti affermano che il Carò andò a Firenze, grazie alla rendita del padre, come a cercarsi un’occupazione e che quando era in città trovò l’impiego dai Gaddi. E’ poco verosimile pensare che nei primi cinque lustri del ‘500 un diciottenne provinciale come Annibale Caro sia stato mandato a cercarsi lavoro in una grande città come Firenze.
[ 10 ]
Giulietta Bastioni Brattini, Annibal Caro Vita ed opere di un protagonista della cultura del XVI secolo, 2007,pag. 30. L’autrice non fornisce il riferimento storico della notizia relativa alla rendita. Il Vescovo di Fermo era all’epoca Monsignor Niccolò Gaddi, fratello minore di Luigi Gaddi, primogenito e banchiere a Firenze e poi a Roma. Niccolò (o Nicolò) Gaddi, fu creato da Clemente VII Cardinale col titolo di S. Teodoro il 3 maggio1527, di Vito, Modesto e Crescenzia, il 9 gennaio 1545, di S. Maria in Domenica il 28 febbraio 1550 e di S. Maria in Via Lata, il 27 giugno 1550. www.araldicavaticana.com/cardG.htm
[ 11 ]
www.bper.it/gruppobper/cultura/dipinti/18.html/giovannidallorto.com/biografie/varchi/varchi.html
[ 12 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pag. 23.
[ 13 ]
Il primogenito Giovanni Battista doveva avere allora 24 anni e forse già lavorava, Fabio 17 anni e prevedibilmente stava studiando per diventare presbitero e Girolama, di soli 14, fu probabilmente affidata ad un congiunto della famiglia Centofiorini.
[ 14 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pagg. 21 e 22.
[ 15 ]
In un articolo apparso su “La Voce delle Marche” del 23 gennaio 1966, intitolato “Annibal Caro, Priore di Montegranaro nel 1539” a firma Anna Filomeni Bonfigli, cognata di Don Dante Filomeni, che a sua volta fu Priore della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo negli anni 60 del novecento, si legge che Monsignor Giovanni Gaddi fece avere ad Annibal Caro il Priorato di Montegranaro e la Badia di Somma, ma nonostante le ricerche effettuate non risulta traccia di quest’ultimo beneficio.
[ 16 ]
Il toscano Mattio Franzesi, autore di rime burlesche e seguace dello stile gioioso e faceto del Berni, nel 1533 si trasferì a Roma al servizio del protonotario pontificio Giovanni Gaddi ed in tale occasione conobbe Annibal Caro. Dopo la morte di Clemente VII e con la nomina a pontefice del Cardinal Farnese, nel 1537 Franzesi passò al servizio dell’Ardinghelli, che appunto era un protetto di Paolo III Farnese.
[ 17 ]
Nel maggio del 1539, era appena tornato dalla Romagna, dove sino ad allora era rimasto al servizio di Monsignor Guidiccioni, verosimilmente per ispezionare il suo beneficio. Annibal Caro ritornò in quell’epoca a lavorare col “suo” Monsignore (Giovanni Gaddi) a Roma.
[ 18 ]
Si è scritto che Giovanni Gaddi era Vescovo di Fermo, mentre in realtà fu il fratello minore Cardinal Nicolò ad essere Vescovo di Fermo dal 1521 al 1549.
[ 19 ]
Ad esempio nel 1538 soggiornò a Napoli con lo stesso Gaddi, ove conobbe Luigi Tansillo e Bernardo Tasso e strinse saldi rapporti con il circolo filovaldese di Giulia Gonzaga. Per un certo periodo, tra il 1537 ed il 1539, fu alle dipendenze di Mons. Guidiccioni, quand’era Legato Pontificio in Romagna.
[ 20 ]
G. Recchi, Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, Civitanova 1879, pag. 14. Annibal Caro visse soprattutto a Roma, ma per certi periodi anche a Firenze, Napoli, in Romagna, a Piacenza, in Francia, nelle Fiandre, ecc.
[ 21 ]
Nell’Archivio parrocchiale dei SS. Filippo e Giacomo, che nel 1991 visitai la prima volta per la cortesia del mai dimenticato Don Mariano Pacetti, non sono conservate tre lettere del celebre letterato, come notificatoci da Don Dante Filomeni nel suo lavoro del 1966, ma il testo di queste trascritto nel libro parrocchiale di memorie (Libro di memorie della chiesa Curata de’ Santi Apostoli Filippo e Giacomo della Terra di Monte Granaro) e ricavato da qualche pubblicazione di quegli anni, rispettivamente datate 4 maggio 1539, 3 luglio e 20 novembre 1540.
[ 22 ]
Lappa, spora vegetale che si attacca alle vesti.
[ 23 ]
Il Priore Caro definisce quella controversia “lite delle Primizie” e lascia presupporre che i raccolti di quel terreno di proprietà della Parrocchia (chissà per quale convenzione) si fossero in passato divisi tra la Parrocchia medesima ed il Comune. Ad un certo punto, presumo, quella Municipalità dichiarò quel terreno di proprietà comunale, provocando le la reazione del Caro che promosse causa in tribunale per rientrane in possesso. Fin dai tempi antichi la festa di Pentecoste era chiamata anche «festa della mietitura delle primizie» o «festa delle settimane» (Esodo 34:22; Deut. 16:10). Le primizie erano raccolte in piena primavera, a differenza della più ampia raccolta «alla fine dell’anno», che invece culminava nella «festa delle Capanne» (Esodo 23:16), simboleggiante il «tempo della fine» o «gli ultimi giorni», quando la maggioranza del genere umano avrebbe capito ed osservato tutti i comandamenti di Dio Padre (Isaia 2:2-4; Apocalisse 7:9-10). http://www.ucg.org/italiano/id/id00jf.pdf
[ 24 ]
Il restauro della Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo avvenne dunque attorno al 1540 e la chiesa “cariana” rimase tale sino al 1760 quando Don Ciro Leti la ricostruì piantando le fondamenta sopra quelle della sottostante Cripta. Pur riservandomi di verificare negli archivi Diocesani, presumo che nel 1760, nell’allargare la chiesa, si sia dato la forma attuale alla casa parrocchiale, apponendo in tale occasione lo stemma in pietra del Caro sopra la porta della canonica, a vanto ed onore dell’incarico ricoperto dal Civitanovese in quella parrocchia. E’, infatti, mia impressione che il reperto di cui trattasi debba farsi risalire al ‘700 e non al ‘500.
[ 25 ]
http:/www.rivistasinestesie.it/letteratura/tuttaletteratura/torchio_giazzon.pdf , Autore E. Torchio, Titolo Le rime di G. Guidiccioni,, Giovanni Guidiccioni studiò a Bologna, a Pisa, a Padova, laureandosi nel 1525. Nel 1527 lo zio, Monsignor Bartolomeo Guidiccioni (Cardinale dal 1539), lasciò in suo favore il proprio incarico tenuto a Parma alla corte del cardinale Alessandro Farnese. Divenuto il 12 ottobre 1534 Alessandro Farnese papa con il nome di Paolo III, Giovanni fu nominato vescovo di Fossombrone e quindi Governatore di Roma. Nominato nell’agosto del 1537 presidente della Romagna, si avvalse della collaborazione di Annibal Caro. Infine fu Governatore della Marca d’Ancona nel 1541. http://wikipedia.sapere.alice.it/wikipedia/wiki/Giovanni_Guidiccioni
http://www.textmanuscripts.com/home/archives/archivesdescription.php?m=58#haut, Ezio Chiorboli, Giovanni Guidiccioni, Jesi, Stab. Tipografico cooperativo, 1907. p. 71-72.
[ 26 ]
Il ducato di Castro fu un feudo dell'Italia centrale e quindi Stato indipendente sotto i Farnese tra il 1537 e il 1649: comprendeva una piccola fascia territoriale dell'attuale regione Lazio a ridosso della Toscana, confinante col lago di Bolsena. Fu eretto da papa Paolo III Farnese (1534-1549), con la bolla Videlicet immeriti del 31 ottobre 1537, in favore del figlio Pier Luigi e della sua primogenitura maschile. Purtroppo ebbe un'esistenza breve, poco più di 110 anni per essere poi eclissato dal possedimento parmense dei Farnese. http://it.wikipedia.org/wiki/Ducato_di_Castro. Annibal Caro sicuramente vi soggiornava nel 1532, quando definiva la Città di Castro una "bicocca di zingari", http://www.canino.info/inserti/monografie/i_farnese/zecca_castro/index.htm
[ 27 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pag. 43 e G. Recchi, Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, Civitanova 1879, pag. 23.
[ 28 ]
G. Recchi, Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, Civitanova 1879, pag. 16 e 23.
[ 29 ]
G. Recchi, Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, Civitanova 1879, pag. 23.
[ 30 ]
Archivio Parrocchiale della Chiesa dei SS. Apostoli Filippo e Giacomo, Monte Granaro, Battesimi libro I.
[ 31 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pag. 42.
[ 32 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997,pag. 44.
[ 33 ]
Patrizia Rosini, Viaggio nel Rinascimento tra i Farnese ed i Caetani, Banca dati “Nuovo Rinascimento”, marzo 2007, http://www.nuovorinascimento.org/n-rinasc/document/pdf/rosini/viaggio.pdf. Le notizie sulle questioni relative alla Commenda ed alla questione “montefiasconese”, derivano tutte dall’interessante studio di Patrizia Rosini.
[ 34 ]
P. Rosini, Viaggio nel Rinascimento, tra i Farnese ed i castani, Banca dati “Nuovo Rinascimento”, marzo 2007, www.nuovorinascimento.org/N-RINASC/document/pdf/rosini/viaggio.pdf. Le notizie sulle questioni relative alla Commenda ed alla questione “montefiasconese”, derivano tutte dall’interessante studio di Patrizia Rosini.
[ 35 ]
Per avere un’edizione completa delle Lettere familiari si dovette poi attendere l’edizione di Aulo Greco del 1957-1961. Paolo era il figlio del veneziano Aldo Pio Manuzio, il maggiore tipografo del suo tempo e il primo editore in senso moderno. http://www.bibliomanie.it/virgilio_annibal_caro_cinti.htm
[ 36 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pag. 42.
[ 37 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pag. 45.
[ 38 ]
Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, compilato e documentato dal Sacerdote Giuseppe Recchi, Civitanova Marche, Tipografia Natalucci, 1879, pagine 19 e 20. La notizia è tratta da un’istanza della Confraternita di S. Maria della Misericordia e dell’Ospedale diretta all’Uditore della Reverenda Camera Apostolica, di cui si ha copia nell’Archivio Capitolare di Civitanova. Platea Aurea corrisponde a Piazza dell’Oro, da dove ha inizio Via Giulia (dopo Ponte Principe Amedeo e Via Acciaioli) che praticamente finisce a Ponte Sisto.
[ 38/1 ]
Archivio Capitolare di Civitanova, Istrumenti, vol. del 1588 pag. 74, da Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, compilato e documentato dal Sacerdote Giuseppe Recchi, Civitanova Marche, Tipografia Natalucci, 1879, pp.19 e 20. La strada è nei pressi (juxta) del Tevere (Tiberis) e quasi parallela ad esso.
[ 38/2 ]
V. Morelli, Via Giulia, Un po' di storia per rinfrescare la memoria, www.morelli.it/foglio/giulia/
[ 39 ]
G. Recchi, Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, Civitanova 1879, pag. 17.
[ 40]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pag. 42 e G. Recchi, Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, Civitanova 1879, pagg. 24 e 25. Don Fabio, dopo la morte del Commendat. Annibale suo fratello, mantenne ancora il priorato per 12 anni e 136 giorni.
[ 41 ]
G. Recchi, Albero Genealogico della Famiglia Caro di Civitanova Marche, Civitanova 1879, pag. 25 e F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pag. 46.
[ 42 ]
F. Concetti, Genealogia della Famiglia del Concittadino Annibal Caro, Civitanova Marche, 1997, pag. 64.